Attività e fattori di rischio dei lavoratori del mare

A cura della Redazione

INAIL pubblica il secondo rapporto sui lavoratori marittimi in cui analizza gli infortuni, le malattie professionali e i rischi connessi alla loro attività.

 

Cosa tratta?

La banca dati Inail ha registrato, nell’ultimo quinquennio, una media di circa mille infortuni denunciati all’anno, con un andamento oscillatorio; il 50% dei casi di essi interessa il trasporto passeggeri. Il tasso di riconoscimento (cioè la quota di denunce che l’Inail riconosce effettivamente come infortuni sul lavoro) è pari al 76%.

I risultati emersi sul versante anagrafico mostrano che i lavoratori con oltre 55 anni di età sono quelli maggiormente colpiti dagli infortuni, con il 18% dei casi.

Per quanto riguarda la qualifica a bordo, è il personale di coperta (39%) quello coinvolto nella maggior parte degli accadimenti infortunistici, seguito dai sottufficiali e comuni di hotel e servizi (17%) e di macchina (17%).

I luoghi in cui avvengono principalmente gli infortuni sono i ponti: sommando le varie voci ad essi riferibili (ponte principale, ponte imbarcazione, ponte di comando, altro ponte) si arriva al 26% del totale degli eventi. Altri luoghi da segnalare sono i locali macchine o officina (16%) e gli accessi, le vie di circolazione, le scale e le vie di sfuggita (12%).

Negli ultimi anni si nota una diminuzione di casi riportanti contusioni e lacerazioni su traghetti, sulle imbarcazioni da pesca e sulle navi crociera, mentre, in proporzione agli altri tipi di lesione, le fratture e le amputazioni sono aumentate sulle stesse navi da pesca.

Per quanto riguarda la causa dell’infortunio, le tre principali cause strutturali, si confermano coprire quasi la metà di tutti gli infortuni (caduta a bordo per scivolata 33%, caduta a bordo per altre cause 11%, attrezzature di ormeggio, cime, verricelli e biscagline 5%).

La banca dati Inail delle denunce consente di avere un quadro per gli andamenti 2017-2021 delle malattie professionali denunciate nel comparto della pesca marittima. Si tratta di una media annuale pari a 686 casi, con un picco di 891 denunce nel 2018 e un minimo di 531 nel 2020 (tenuto conto degli effetti dovuti alla pandemia).

Tra i nessi positivi per tipo di malattia professionale, nella Pesca e acquacoltura, il 48,4% riguarda le malattie muscoloscheletriche (escluso il rachide), seguite dalle malattie del rachide, 34,7%. Mentre nei trasporti marittimi il 18,4% dei nessi riguardano i tumori maligni della pleura e peritoneo, subito di seguito a ruota con il 18,1% la sordità con gli altri disturbi dell’orecchio.

 

Quando entra in vigore?

Il volume è stato pubblicato il 20 marzo 2024.

 

Indicazioni operative

In un approccio integrato sull’economia del mare, la sicurezza e la salute dei lavoratori marittimi sono aspetti fondamentali da considerare, in quanto influenzano e, al contempo, sono influenzati dal contesto socio-economico.

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