Esposizione professionale all’acrilonitrile: pubblicata una stima INAIL

A cura della Redazione

INAIL ha recentemente pubblicato un factsheet che presenta una stima dei lavoratori italiani potenzialmente esposti ad acrilonitrile, una sostanza chimica largamente impiegata nel settore industriale e oggi classificata come cancerogeno certo per l’uomo (Gruppo 1 IARC).  Lo studio si è basato su dati aggiornati al 31 dicembre 2023 e provenienti dal sistema informativo SIREP (Sistema Informativo di Registrazione delle Esposizioni Professionali).

Di cosa tratta:

L’acrilonitrile (CAS 107-13-1) è un monomero reattivo usato principalmente per la produzione di fibre sintetiche, plastica, elastomeri, resine e rivestimenti. Viene impiegato anche nella produzione di fibre di carbonio ad alte prestazioni, trovando applicazione nei settori aeronautico, difesa e automotive. L’esposizione può avvenire per via inalatoria o cutanea e comporta seri rischi per la salute sia acuti che cronici.

Tra gli effetti acuti osservati ci sono vomito, cefalea, convulsioni, dermatiti, irritazioni oculari e respiratorie, ma soprattutto alterazioni neurologiche. Sul piano cronico è stato evidenziato un aumento del rischio di tumori a polmoni, vescica e sistema nervoso centrale, nonché un potenziale effetto mutageno a livello cellulare.

Alla luce delle nuove evidenze scientifiche, la IARC ha aggiornato la classificazione dell’acrilonitrile da “possibile cancerogeno” (Gruppo 2B) a “cancerogeno certo per l’uomo” (Gruppo 1), come riportato nella recente Monografia IARC Vol. 136 del 2024.

Il D.lgs. 135/2024, recependo la Direttiva (UE) 2022/431, ha introdotto nuovi limiti vincolanti di esposizione professionale all’acrilonitrile che dovranno essere rispettati a partire dal 5 aprile 2026:

  • 0,45 ppm (1 mg/m³) come media ponderata in 8 ore di lavoro;
  • 1,8 ppm (4 mg/m³) per esposizioni di breve durata.

Per maggiori approfondimenti sulla natura della sostanza si veda anche Acrilonitrile: un pericolo silenzioso nei luoghi di lavoro

Settori a rischio e distribuzione geografica:

Dall’analisi INAIL emerge che in Italia, nei settori industriali più rilevanti, sono circa 11.888 i lavoratori potenzialmente esposti ad acrilonitrile, di cui oltre l’80% sono uomini. Le stime sono state elaborate applicando le percentuali di esposizione registrate nel SIREP ai dati ISTAT sulla popolazione lavorativa, prendendo in considerazione solo i settori con un’adeguata rappresentatività statistica.

Tra i comparti più esposti figurano:

  • Fabbricazione di materie plastiche in forme primarie (ATECO 20.16.0): 4.304 lavoratori stimati, con il 32,3% di esposti;
  • Fabbricazione di fibre sintetiche e artificiali (20.60.0): 1.603 esposti, con il valore più alto di incidenza (53,1%);
  • Fabbricazione di prodotti chimici vari per uso industriale (20.59.4): 1.550 esposti;
  • Fabbricazione di altri prodotti chimici di base organici (20.14.0): 1.327 esposti.

Un dato interessante riguarda il settore dei collaudi e analisi tecniche di prodotto (71.20.1), dove la quota di lavoratrici esposte (51%) supera quella maschile, fatto raro nelle esposizioni professionali a cancerogeni.

Dal punto di vista geografico, il Nord-Ovest dell’Italia registra il 72% degli esposti totali, seguito da Nord-Est (14%), Centro (11%) e Sud e Isole (3%).

INAIL sottolinea che la stima potrebbe però rappresentare una sottovalutazione del fenomeno, poiché:

  • non tutte le aziende adempiono all’obbligo di notifica del registro;
  • sono stati esclusi settori con basso numero di notifiche, insufficiente per essere statisticamente rappresentativo (es. professioni tecniche o automotive).

Al contrario, in alcuni settori con pochi notificanti, l’applicazione delle percentuali SIREP ai dati ISTAT potrebbe aver sovrastimato il numero di esposti. Tuttavia, l’ampia base dati disponibile consente una buona attendibilità per i comparti industriali meglio rappresentati.

Conclusioni

La pubblicazione può rappresentare un incentivo a:

  • aggiornare le valutazioni del rischio chimico e cancerogeno;
  • verificare la corretta tenuta del registro esposti;
  • pianificare misure di sorveglianza sanitaria e formazione specifica;
  • intervenire in vista del nuovo valore limite applicabile dal 2026.

Alla luce della riclassificazione IARC e dei nuovi limiti normativi, l’esposizione ad acrilonitrile va considerata con massima attenzione, anche nei processi produttivi dove finora non era percepito come rischio prioritario.


Per maggiori approfondimenti si allega sotto il documento pubblicato dall’INAIL.

 

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