PFAS: un rischio invisibile per i vigili del fuoco

A cura della Redazione
Un’indagine congiunta di Greenpeace e Sindacato USB ha rivelato la presenza di PFAS, sostanze chimiche tossiche e persistenti, nei dispositivi di protezione e nel sangue di numerosi pompieri italiani. Le concentrazioni riscontrate superano i limiti normativi europei e le soglie di rischio per la salute. I risultati alimentano una crescente preoccupazione per l’esposizione professionale e aprono un confronto con le istituzioni sulla necessità di DPI sicuri, monitoraggio sanitario sistematico e riconoscimento del rischio professionale da parte dell’INAIL.
Di cosa si tratta:
Nel corso del 2024, Greenpeace Italia, in collaborazione con il sindacato USB Vigili del Fuoco, ha promosso uno studio per indagare la contaminazione da PFAS (sostanze perfluoroalchiliche) nei DPI dei Vigili del Fuoco e nei campioni di sangue di operatori in diverse sedi italiane.
L’esito delle analisi è stato inequivocabile: nelle tute, nei guanti e negli stivali sono state trovate concentrazioni elevate di fluoro organico totale e PFAS specifici come il PFOA (noto cancerogeno). Ma il dato più preoccupante riguarda la presenza di queste sostanze anche nel sangue dei pompieri, segno di un’esposizione continuativa e assorbita.
Come prima risposta, il Corpo Nazionale Vigili del Fuoco ha attivato in Emilia-Romagna un progetto pilota di screening ematico su 300 operatori, in collaborazione con l’Università di Bologna. I primi prelievi sono partiti nell’aprile 2025, ma si tratta ancora di un'iniziativa volontaria e circoscritta.
Cosa è emerso:
Sono stati prelevati campioni di sangue in 16 pompieri operativi a Padova, Catania, Verona, Alessandria, Genova e Pisa ed è stato rilevato il superamento della soglia di rischio sanitaria definita dalla National Academy of Sciences USA.
Per quanto riguarda i dispositivi di protezione individuale antifiamma (giacca, pantaloni, guanti, sottocasco, scarponi), è stata rilevata un’alta concentrazione di PFAS e di Fluoro Organico, un parametro che consente di individuare tutti PFAS non misurabili singolarmente.
I risultati fanno emergere una situazione che non può essere sottovalutata: i pompieri sono esposti ogni giorno a sostanze potenzialmente cancerogene, senza saperlo, indossando ciò che dovrebbe proteggerli. Inoltre, possono essere considerati doppiamente esposti, dato che, oltre a quella professionale, è possibile anche un’esposizione nella vita quotidiana come cittadini.
Le conseguenze sulla salute:
I PFAS sono definiti “inquinanti eterni” proprio per la loro persistenza nell’ambiente e nell’organismo umano. Secondo la letteratura scientifica, l’esposizione a lungo termine può causare:
- Tumori (renali, testicolari, cerebrali);
- Disfunzioni tiroidee;
- Problemi ormonali e infertilità;
- Disturbi immunitari e cardiovascolari.
In Italia sono già emersi casi sospetti di patologie rare e gravi tra i vigili del fuoco. A destare clamore è stato il caso dei 4 vigili del fuoco di Arezzo morti di glioblastoma nel giro di neanche 2 anni, le cui famiglie oggi chiedono giustizia e il riconoscimento della causa professionale.
Cosa chiedono USB e Greenpeace:
Sulla base dei dati raccolti, USB e Greenpeace hanno presentato un pacchetto di richieste urgenti rivolte alle autorità competenti:
- Monitoraggio sanitario obbligatorio e continuativo per tutti i pompieri;
- Ritiro immediato dei DPI contaminati e sostituzione con materiali certificati PFAS-free;
- Riconoscimento delle patologie correlate da parte dell’INAIL;
- Analisi epidemiologiche indipendenti su scala nazionale;
- Tracciabilità dei materiali e revisione dei criteri di approvvigionamento dei DPI pubblici.
La strada verso una maggior attenzione pubblica a questa tipologia di rischio è ancora lunga, ma un punto di partenza è già stato segnato qualche settimana fa con il riconoscimento del primo decesso per esposizione professionale da PFAS in Italia da parte del Tribunale di Vicenza.
Per maggiori approfondimenti sul rischio di esposizione a PFAS è possibile consultare anche:
L’impatto dei PFAS: un focus dell’Agenzia europea dell’ambiente
La Francia mette al bando i PFAS
Pfas un pericolo per il riciclo dei tessuti
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